I teatrini, coss sono stati definiti ironicamente dai geometri eclettici (riferimento esplicito all'opera di Lucio Fontana), sono operazioni su teoremi matematici in modo da rendere visuali i rapporti intercorrenti; essi vertono sulle equivalenze e omotetie studiate da molti matematici del passato e ancora oggi oggetto di interesse. I teatrini, per l'appunto, vogliono essere opere spettacolari, nel senso pieno del termine, ossia vogliono mettere in scena i molteplici aspetti faldonati dell'operare artistico quali i matemi sottesi ai teoremi che attendono soluzioni eleganti come dimostrazione; ciò vale sia per gli addetti alle discipline matematiche, sia per gli artisti.
C'è stata una evoluzione sostanziale nella modellizzazione progettuale degli oggetti alchemici, a partire dalle prime ricerche degli anni '60 ad oggi, essi si presentano tecnicamente puntuali. L'analisi geometrica delle traslazioni di elementi discreti fa mutare l'aspetto complessivo e definitivo delle configurazioni, ma come sosteneva il noto matematico Felix Klein, le relazioni univoche simmetriche sono mantenute in modo tale da farci riconoscere cognitivamente il soggetto rappresentato e talvolta anche scoprirne le sue intime regole. Le mutazioni fenomeniche non sono in grado di cambiare a sufficienza la configurazione tanto da disancorarsi dalla figura originaria, permangono pertanto omoteticamente interconnessioni tra esse, favorendo la "pregnanza".
Dal punto di vista percettivo, ad esempio, l'opera alchimatica con rondelle luminose passanti su filo elastico incrociato di Chiggio conservano memoria formale dei dislocamenti avvenuti, la geometria del filo muta, e rende visibile l'evento meccanico. Si creano in questo modo esperienze di "raggruppamenti" gestaltici. Analoga operazione presente nel teatrino a forma di pallottoliere con rondelle in cartone nero degradanti, sospese su barrette metalliche, come un abaco matematico, che caratterizza l'operare Massironi; in questo caso la distribuzione stocastica degli elementi produce una piacevole sorpresa poichh gli improvvisi raddensamenti delle rondelle sfociano in "buona vicinanza". Fascette configurate con campi opposti bianchi e neri diagonali ruotando nell'assetto, producono "continuità" prevalenti e rendono mobile un tema che Alviani aveva gii affrontato. Pieghe che i matematici definiscono flexogoni sono presenti nel teatrino di Landi in cui una fascia bicolore costruisce, con andamento curviforme, l'opera apparendo come andatura dissociata dei piani di riferimento.